mercoledì 21 maggio 2014

Sliding doors (Capitano, mio Capitano...)

Ci sono momenti strani in questo percorso non lineare che è la vita.
Ti si rompe un regolatore di tensione e resti a piedi.
Sei in una città straniera, anche se parlano la tua lingua.
Hai da cavartela, come sempre, ma chiedi aiuto, un aiuto morale, un aiuto ipotetico, un piccolo sostegno.
Che a volte non arriva.
Altre volte ti coglie di sorpresa vedere che qualcuno, con un semplice PC davanti, pur non cavandoti direttamente dai guai, è capace di starti dietro, darti le indicazioni giuste.

In questi momenti devi solo essere aperto agli avvenimenti, saper cogliere l'attimo.

“Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato.


Spesso ho viaggiato da solo, spesso in sella a una moto, spesso con la sensazione che il mio mondo fosse quel manubrio e quelle ruote.
La mia “nave” terrestre.
Qualche tempesta in vita mia l'ho assaggiata, qualche altra mi è andata giù di traverso.
In altre situazioni ho parlato di “codirezione”, perché anche se stringi forte il manubrio non sempre vai dove vorresti.
Arrivano folate di vento, grandine, una buca inaspettata.

Si cade.

Ci si rialza.

Però lo sai che alla fine qualcosa si muove, qualcosa che genera stabilità, sicurezza, confidenza.

E' in questi momenti che mi rendo conto della bellezza della vita, della sua intensità.
Quando vengo investito da un mondo emozionale inaspettato, quando fino a poco prima ero vuoto, solo, dimenticato in un hotel.


“E ora, miei adorati, imparerete di nuovo a pensare con la vostra testa. Imparerete ad assaporare parole e linguaggio. Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo. Quello sguardo negli occhi di Pitts dice che la letteratura dell'Ottocento non c'entra con le facoltà di economia e di medicina, vero? Può darsi. E lei Hopkins è d'accordo con lui e pensa: "E si, dovremmo semplicemente studiare il professor Prichard, imparare rima e metrica, e preoccuparci di coltivare altre ambizioni." Ho un segreto da confessarvi, avvicinatevi. Avvicinatevi. Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita. Citando Walt Whitman, «O me o vita, domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. Che v'è di nuovo in tutto questo, o me o vita? Risposta. Che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.» Quale sarà il tuo verso?”

L'attimo fuggente, il mio attimo fuggente.

Il mio momento di recitare un verso nella poesia del mondo, nel potente spettacolo che a volte ci stritola, e a volte ci culla.
L'attimo fuggente è stato accendere a spinta dopo aver sostituito il regolatore di tensione, non rinunciare a conoscersi, non rinunciare a passare del tempo insieme.
Ed è stato cominciare a scrivere una pagina nuova.
Tremendamente fitta, le parole che scorrono sotto le dita come un fiume, i pensieri che si attorcigliano, e a volte addirittura soffocano.

E pace, feeling home, sentirsi a casa.

Perché parole e idee possono cambiare il mondo.

Citando i concetti di Sabrina in Up and Down, a coloro che ancora vagolano tra le onde di questo agitato mare, che ancora non hanno superato la loro tempesta, non ho altri consigli da elargire.
Non ho pastiglie di energia, fiducia in se stessi, convinzione, senso di giustizia o pulizia interiore.
Se avessi avuto scorte di queste pastiglie le avrei già consumate, e non tacciatemi di egoismo, per me stesso.
Perché i miei down sono stati parecchio giù.
Quello che posso dire è che non lo sappiamo quando la vita ci gira la pagina, ma che solo cercando di lottare ci faremo trovare pronti.
Solo scavando in noi stessi le nostre capacità, energie, volontà, avremo la mano pronta per cogliere l'attimo.